Stele - nord sud est web

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Ritrovamento

Chi da Pesaro volgendo a Fano, giunto alla svolta di San Nicola,
pigliasse a diritta la modesta via, vedrebbe al destro lato, ed oltre un
miglio della città, le chine di Valmanente, quasi tutte di proprietà dello
spedale di San Salvatore, costituenti un latifondo, che la famiglia
Sordini tiene da novant'anni a colonato.
A poco tratto da un sentiero che lo disgiunge da Novilara, a mezza
costa di un'altura, ed a quaranta passi dalla cima, or sono dieci anni fu
ritrovata la pietra di cui parliamo, sulle cui barbare sculture difficile
sarebbe una franca e risoluta sentenza.
Era il colle già tempo una foresta. Abbattuta or saranno quattro
lustri, fu convertita nel vigneto che la ricopre, e il luogo, benché
mutato, serba ancora il nome di Selva di San Nicola.
lvi un Sordini cavando terreno, dissepelliva quel marmo alla sola
profondità di due piedi. Nessuna meraviglia, perché schiantata la selva,
fu alterato pelle nuove opere l'antico livello.
Federico Odorici (lettera del 1871)
La stele della battaglia navale

Le stele ritrovate a Pesaro sono monumenti funerari che recano la rappresentrazione di episodi storici particolari legati alla vita della città o specificamente del personaggio defunto.  Questa stele rappresenta una battaglia navale, che si è svolta certamente fra le navi di Isarion (antica denominazione di Pesaro) ed un nemico invasore sconfitto.
Materiale

Pietra arenaria locale. Al momento del ritrovamento la stele si trovava ad una profondità di circa 30 o 60 cm dal piano di campagna, in posizione orizzontale e con la faccia raffigurante le navi rivolta verso l'alto. In base alla descrizione di Vanzolini, nella terra accanto alla stele
furono raccolti vari frammenti vascolari, ossa umane e "carboni che avevano sentito l'azione del fuoco", quindi resti di sepolture terragne e forse ad Incinerazione.
Raffigurazione (frontale)

La stele figurata di Novilara è frammentaria e più antica (VII-VI secolo a.C.) delle altre. Nel frammento rimasto, è raffigurata una nave a vela spiegata, con rematori in azione e, nella parte inferiore, uno scontro navale tra due imbarcazioni più piccole. La poppa e la prua di tutte le imbarcazioni presentano elementi a forma di serpente

Raffigurazione (retro)

Nel retro sono raffigurati fregi a zig-zag con avvolgimenti spiraliformi, probabilmente di origine orientale.
Le navi di Novilara

  
La stele di Novilara presenta delle incisioni che raffigurano decorazioni geometriche e scene figurative di guerrieri e battaglie navali. È esposta al Museo archeologico oliveriano di Pesaro e datata VII-VI sec. a. c. nella quale sono graffite tre navi.
Nel frammento rimasto è raffigurata una nave a vela spiegata con rematori in azione e, nella parte inferiore, uno scontro navale tra due imbarcazioni più piccole. La poppa e la prua di tutte le imbarcazioni presentano elementi a forma di serpente.
Le circostanze di ritrovamento della stele sono ignote; secondo l'archeologo Edoardo Brizio, essa proverrebbe da S. Nicola in Valmanente di Pesaro.
L'immagine è stilizzata e povera di dettagli, nonostante ciò l’ingegner Marco Cobau ha potuto trarre una quantità enorme di dati e l’ha ricostruita in legno. La nave denominata “Stele” o "Europa" di Novilara è l’esempio di che cosa si può fare quando in Italia si intraprende una ricostruzione storica navale.
Per questa opera l'ingegner Marco Cobau è stato insignito del premio "Rotondi" come "salvatore dell'arte", meritevole di aver progettato e ricostruito la "Stele", nave picena di Novilara, con la seguente motivazione:
"dopo anni di studio è riuscito a mettere in mare un’imbarcazione (Europa) tale e quale quella descritta nella Stele di Novilara che i Piceni usavano circa tremila anni fa per spostarsi da una costa all’altra dell’Adriatico. Cobau, [...] è stato artefice di un’operazione di archeologia navale tra le più importanti di tutti i tempi”.





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